CALCIATORI EROI DI GUERRA
28-10-2018 18:52 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
E’ uscito recentissimamente il libro dello scrittore/storico imperiese ENZO FERRARI, dal titolo “ La Grande Guerra nel Pallone” (Edizioni Lo Sprint) , “vernice” in anteprima alla Spezia; presentazione curata dalla locale Sezione UNVS “O. Lorenzelli – F. Zolezzi”, con il patrocinio del Comune della Città, dell’AC Spezia Calcio e della locale Sezione dell’ANA (Associazione Nazionale Alpini)
Testo principalmente dedicato a tre calciatori/soldati volontari della Prima Guerra Mondiale, che hanno perso la vita nell'adempimento del loro dovere, teso alla difesa della Patria.
Tre eroi soldati (Nino Ciccione di Imperia, Luigi Ferraris di Genova, Alberto Picco della Spezia) ai quali sono stati dedicati gli stadi calcistici nelle rispettive città di appartenenza.
vedere al link che segue (immagini relative ad iniziare dal minuto 18:25)
https://www.rainews.it/tgr/liguria/notiziari/video/2018/10/ContentItem-3eba2a26-4f3f-4ee0-801b-9b45afc3d0ad.html
- Non ha voluto togliersi i gradi, come non volesse togliersi la maglia da calciatore. L'hanno freddato con un colpo alla nuca in una radura, davanti a 26 soldati, lui non ha mollato lo sguardo. Ed ora c'è chi, come la nipote Donata Bettenzoli Frigo (link al video), assieme ad altri, che da anni porta avanti la sua battaglia: vuole fargli conferire una medaglia d'oro al valore o altro riconoscimento, magari tardivo, ma meritato. Sarebbe solo una storia di guerra, se non fosse anche una storia di calcio, e di un aquilotto, un giocatore dello Spezia di serie B, Herman Frigo (italiano, nato negli Stati Uniti), poi naturalizzato Armando. Giocatore del Vicenza e della Fiorentina, in seguito traferitosi allo Spezia, che esordì in maglia bianca nel derby contro il Pisa il 4 ottobre del 1942, ma che nel 1943 si era arruolato lasciando il calcio e presto la vita. Centrocampista il suo mestiere, messo in campo da Ottavio Barbieri, che lo conosceva bene. In uno dei suoi tanti viaggi in treno per Vicenza, infatti, scorge un giovane soldato, senza una gamba, persa durante gli scontri bellici, che lo riconosce e gli dice: “beati voi calciatori che guadagnate tanti soldi e non avete l’obbligo di combattere al fronte”. Armando viene scosso, e non ce la fa a rimanere inerme, decidendo di arruolarsi volontariamente come ufficiale del regio esercito. Dopo l’addestramento viene mandato in Croazia con la Divisione di fanteria “Emilia”. Combatte insieme ai suoi uomini fino all’armistizio dell’8 settembre del ’43, quando, i tedeschi decidono di vendicarsi con i traditori. La Divisione “Emilia” si trova bloccata tra i Balcani, con i cannoni nazisti che bombardano incessantemente le loro postazione. Le truppe resistono eroicamente fino a che la carenza di armamenti si fa evidente, e decidono di arrendersi. Armando e gli altri ufficiali, vengono, quindi, fucilati alla schiena, come traditori. Il loro sacrificio non fu vano, dato che il giocatore e gli altri ufficiali si offrirono ai nemici senza nascondere i gradi, in modo tale da salvare tutti i componenti della divisione. Il 10 Ottobre del 1943 aveva difeso le Bocche di Cattaro, insenature dell'Adriatico, per permettere alla divisione Taurinense ed ai partigiani montenegrini dopo l'8 Settembre, di imbarcarsi su due navi. Aveva solo 26 anni, un santino della Madonna di Monte Berico e la tessera di giocatore della Fiorentina nella tasca, prima di morire, lasciò ai suoi soldati tutto il denaro che aveva con sé, affinchè fosse diviso tra tutti.
Quattro erano gli ufficiali di quel gruppo italiano di combattenti, tutti giustiziati, però solo uno di loro è stato insignito di onorificenza
Armando aveva già giocato al calcio nel Vicenza, nella Fiorentina e nello Spezia, solo un anno prima, sei presenze in una squadra niente male. Con gente come Costa, Castigliano, Carapellese, Persia, Scarpato, e mister Barbieri. Senza il suo volontario arruolamento, forse avrebbe anche fatto parte della squadra da leggenda del 1944 (Vigili del Fuoco) creata da Barbieri, Semorile e dall'ing. Gandino al tempo comandante dei VVF della Spezia, che si aggiudicò lo “Scudetto di Guerra”, alla fine di un lungo e tormentato campionato, giocato sotto la continua minaccia di allarmi aerei, battendo all’Arena di Milano, il Grande Torino. Proprio durante la stessa stagione calcistica 1942-43, nel pieno del campionato cadetto, aveva lasciato gli allenamenti per iscriversi alla scuola sottufficiali di Fossombrone, diventando sottotenente.
Fonte: UNVS La Spezia La Spezia www.unvsliguria.it
Testo principalmente dedicato a tre calciatori/soldati volontari della Prima Guerra Mondiale, che hanno perso la vita nell'adempimento del loro dovere, teso alla difesa della Patria.
Tre eroi soldati (Nino Ciccione di Imperia, Luigi Ferraris di Genova, Alberto Picco della Spezia) ai quali sono stati dedicati gli stadi calcistici nelle rispettive città di appartenenza.
Alberto Picco, in particolare fu il primo calciatore/capitano degli “aquilotti spezzini”
Trattasi quindi di stadi della Liguria: il video che argomenta sul testo del Ferrari, è apparso
il giorno 26 Ottobre 2018, su RAI 3, durante la trasmissione Buongiorno Regione Liguria, vedere al link che segue (immagini relative ad iniziare dal minuto 18:25)
https://www.rainews.it/tgr/liguria/notiziari/video/2018/10/ContentItem-3eba2a26-4f3f-4ee0-801b-9b45afc3d0ad.html
Questi 3 eroi/calciatori, della 1ª Guerra Mondiale (naturalmente ve ne furono molti altri che persero la vita o rimasero feriti o mutilati) sono idealmente collegati con altri calciatori/eroi, come in un tragico fil rouge, che purtroppo, tristemente, si perpetuò durante la 2ª Guerra mondiale…..
Tra le vittime della 2ª Guerra Mondiale che vide numerosi atleti/calciatori immolarsi da eroi , una in particolare merita di essere ricordata, pur non essendo nota ai più.
E’ la storia che riguarda il calciatore ARMANDO FRIGO:
Quattro erano gli ufficiali di quel gruppo italiano di combattenti, tutti giustiziati, però solo uno di loro è stato insignito di onorificenza
Armando aveva già giocato al calcio nel Vicenza, nella Fiorentina e nello Spezia, solo un anno prima, sei presenze in una squadra niente male. Con gente come Costa, Castigliano, Carapellese, Persia, Scarpato, e mister Barbieri. Senza il suo volontario arruolamento, forse avrebbe anche fatto parte della squadra da leggenda del 1944 (Vigili del Fuoco) creata da Barbieri, Semorile e dall'ing. Gandino al tempo comandante dei VVF della Spezia, che si aggiudicò lo “Scudetto di Guerra”, alla fine di un lungo e tormentato campionato, giocato sotto la continua minaccia di allarmi aerei, battendo all’Arena di Milano, il Grande Torino. Proprio durante la stessa stagione calcistica 1942-43, nel pieno del campionato cadetto, aveva lasciato gli allenamenti per iscriversi alla scuola sottufficiali di Fossombrone, diventando sottotenente.
A Roana, nella provincia di Vicenza, tempo fa, gli dedicarono un campo ed un torneo, ma la struttura venne poi demolita dopo qualche anno. Vinse anche una coppa Italia con la Fiorentina ed a Vicenza viene ricordato per aver giocato una storica sfida contro il Verona restando in campo con il braccio rotto al collo, un pò alla Beckenbauer anni '70 -
Le Sezioni UNVS di Vicenza, di Firenze e della Spezia (città sedi di squadre calcistiche ove Armando aveva militato) si sono attivate per perpetuarne il ricordo e per cercare di ottenere, tramite le Autorità dello Stato, il giusto riconoscimento.
Il 10 Novembre 2018, la Sezione UNVS di Firenze, come già fatto in anni precedenti, celebrerà la memoria di Armando Frigo con l’assegnazione del Premio per la Pace, a lui intitolato.
PIERO LORENZELLI
Domenica 14 Ottobre 2018, a Canova di Roana (Vicenza), è stata deposta una corona di alloro sull'arco di entrata al Campo Sportivo (che non c'è più...), intitolato ad Armando Frigo.
Roana è il paese natale del papà di Armando Frigo (che nacque negli Stati Uniti).
Rimane il suo ricordo nel cippo del monumento ai caduti del paese (foto allegate)
Fonte: UNVS La Spezia La Spezia www.unvsliguria.it