da lerici al marocco - controcorrente - a nuoto
27-09-2017 09:56 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
La Sezione spezzina dell´UNVS "O. Lorenzelli - F. Zolezzi" si è arricchita di un nuovo socio.
E´ l´avv. Aldo Zanello, sportivo e agonista, di lungo corso, ad oggi solo nel nuoto.
Nato a Santerenzo di Lerici, come tutti i ragazzi, dediti alle dicipline sportive: all´estate praticava il nuoto in mare (all´epoca, a Lerici, non vi erano piscine), all´inverno il calcio e la pallacanestro e pallavolo.
In età adulta si è trasferito a Roma, per svolgere la professione di legale, mai perdendo di vista le attività sportive, Calcio e Nuoto.
Ai giorni nostri si dedica, con passione, al nuoto Categoria Master, si allena con l´Aniene.
Anni fa è stato protagonista, con un gruppo di amici lericini, nuotatori di fondo, come lui, della traversata dello Stretto di Gibilterra.
Ecco il video dell´impresa
https://www.youtube.com/watch?v=6or2t0robwA
Questo il suo racconto .
L´idea vera è nata durante le vacanze di Natale 2006, all´avv. Zanello.
Era da tempo circolata la notizia che un italiano era riuscito nell´impresa. Un nome, un indirizzo, uno scambio di mail ed eccoci già oltre il punto di non ritorno.
In un paese di uomini/ "pesci" di mare come Lerici, i "complici" li ha trovati in un attimo: un accenno, una parola, un´intesa e tutti in piscina ad allenarsi.
Oltre a Zanello faranno parte della traversata Teseo Stefanini, Massimiliano Marianetti, Enrico Mazzi ed il sottoscritto Federico Di Carlo.
La preparazione è stata lunga ed intensa: allenamenti e gare, prima in piscina, poi in mare, seguendo i programmi dei nostri allenatori ed i consigli tanto utili, quanto disinteressati di alcuni nuotatori amici, campioni assoluti delle specialità del fondo in acque libere.
Abbiamo dei dubbi circa la traversata perché confrontando i tempi delle varie traversate in mare , è chiaro che le velocità sono differenti tra di noi e quindi non capiamo come potrà essere effettuata tecnicamente la traversata se non con l´ausilio di 2 o 3 barche.
In questi mesi di preparazione Zanello si tiene in contatto con il titolare della Società che organizza queste traversate e ci tranquillizza dicendo che il titolare della Società, che segue questi eventi, penserà a tutto.
Partirà con noi anche la moglie di Zanello (Lucia) per la quale c´è posto nella casa, che abbiamo preso in affitto a Guadalmesi (10 Km. da Tarifa)
2100 kilometri dopo, bevuti tutto d´un fiato in 24 ore consecutive di viaggio, eccoci a Tarifa, la città europea più meridionale, punto di partenza della traversata.
Il campo base è fissato in località Guadalmesì, in una bella casa di campagna, in mezzo ad un parco naturale e vicino ad un osservatorio ornitologico (Gibilterra, per la sua collocazione sulle rotte migratorie, è infatti un famoso sito di birdwatching). Vicini di casa: un puledro bianco costantemente in cerca di compagnia ed un gruppo di mucche e tori con i relativi campanacci, che si fanno sentire anche di notte. Sullo sfondo, lo Stretto e l´Africa.
Il giorno dopo l´arrivo ci rechiamo all´ufficio dell´ACNEG e precisamente dal Sig. Guttierez il quale, appena sentito che siamo in 5 con differenti velocità, ci dice che è impossibile effettuare la traversata tutti assieme e ci propone addirittura una sorta di staffetta.
Tutto quello che durante questi 6 mesi avevamo creduto e cioè di effettuare la traversata tutti assieme anche se scaglionati, crolla miseramente.
Siamo presi da un leggero scoramento.
In un primo momento l´organizzazione fissa per il tentativo la giornata di venerdì 10 agosto. Ci sono altri in coda per tentare ... I giorni a disposizione sono pochi ... Il nostro tentativo è complicato perché siamo in cinque e le differenti velocità non semplificano la cosa.
Qualche ringhio, un po´ di diplomazia e, con l´aiuto della metereologia favorevole, si ottiene una prima chance per mercoledì 8: un primo gruppetto potrà tentare l´impresa .
In quello stesso giorno è previsto il doppio tentativo del palermitano Mauro Giaconia (andata e ritorno ), grande specialista in maratone e traversate di gran fondo.
A lui, in attesa del momento fatidico da circa 12 gg., Guttierez riserva la sua equipe composta da Antonio e da un gommone della Croce Rossa con due militi a bordo. Il nostro gruppo tenterà la traversa con una barca noleggiata e con Guttierez come assistente.
Lo stesso ci suggerisce di far partire per primi i tre più veloci del gruppo.
Già dal primo giorno avevamo scoperto che l´acqua è veramente fredda (mediamente sotto i 20°, contro i 21°- 23° ipotizzati), ma l´ingegno italico assieme ad un bel po´ di Euro, ci permette di risolvere il problema con l´acquisto di mute di neoprene, da nuotatori spagnoli che rientrano dopo aver felicemente concluso la loro prova sportiva.
Guttierez ribadisce che sarebbe meglio partissero i più veloci che oltretutto hanno le tre mute.
Il turno dei due meno veloci (che si assumono anche il rischio di confidare su previsioni meteo pur favorevoli, ma non sempre attendibili) sarà per venerdì o sabato (ultimo giorno utile)
La sera di martedì 7 è spesa a provare le mute e a preparare i rifornimenti (sostanzialmente acqua, tè, cocacola, con aggiunta di zuccheri ed integratori)
A tavola non manca mai la pasta (di Lucia), vera riserva di carburante, ed a colazione si varia chi con latte, caffè e miele; chi con tè o caffè, con fette biscottate e marmellata. Sempre alto è il consumo di cioccolata tipo nutella Poco il vino e molta acqua, ovviamente non gassata. Quella volta che capitiamo al ristorante, per non sbagliare ordiniamo riso in bianco.
Alle 8 di mercoledì 8 agosto siamo al molo: il tempo ha mantenuto le promesse e la giornata è calma e serena. Imbarco rapido, rapida "vestizione" dei tre nuotatori, abbondante applicazione di lanolina e vaselina (anti freddo ed anti irritazioni), ultimo sorso di energetico e, di fronte a Punta Tarifa (estremo lembo d´Europa): attenti, pronti, via!
La rotta è decisamente verso sud (e cioè verso l´Atlantico), in modo che la corrente entrante possa progressivamente spingere chi nuota verso est, facendolo rientrare e consentendogli così di avvicinarsi progressivamente alla costa marocchina.
Sullo sfondo il monte Hafa el Benat (m. 489 s.l.m.), un panettone isolato, che fronteggia la Rocca di Gibilterra (la più famosa delle Colonne d´Ercole) e sovrasta Ceuta. In pratica l"altra" Colonna di epica memoria, che danno proprio l´idea di sorreggere il mondo.
Ma i nuotatori non se ne preoccupano. Nonostante qualche problemuccio con la muta (un po´ troppo "a misura" per uno di loro) tutti e tre viaggiano a velocità costante ed elevata (alla fine sarà oltre 2 miglia l´ora) ed è una meraviglia anche solo vederli.
Accanto a noi (chi non nuota cura dalla barca i rifornimenti e l´assistenza) sfrecciano cargo, portacontainer, petroliere, traghetti di ogni stazza e dimensione, ma quelli che incrociano la rotta vengono avvisati con largo anticipo, tramite il centro radio controllo dello stretto e possono così "accostare" di quel poco necessario per non dare reciproco disturbo.
Ad un certo punto compare un branco di balene - pilota e poco oltre gli immancabili delfini, che giocano con la barca ed i nuotatori. Più di uno sfreccia sott´acqua e si gira a pancia insù per curiosare meglio attorno a quegli strani soggetti che si agitano in superficie. I ragazzi racconteranno poi della straordinaria esperienza di vederseli così vicini, quasi cheek to cheek ed a guardarsi negli occhi, e dell´energia, della gioia e dell´entusiasmo che hanno loro trasmesso.
Il tempo regge, la rotta è giusta, il Marocco si avvicina.
Nel centro del canale l´acqua è un po´ meno fredda. Le cose vanno per il meglio. I rifornimenti si susseguono regolarmente ed i nuotatori, implacabili, macinano i kilometri con bello stile, efficace e redditizio. Si raccolgono i frutti dell´impegno profuso e dei duri allenamenti invernali.
La zona di navigazione costiera spagnola è superata di slancio, così come la doppia corsia centrale di passaggio delle navi (come in autostrada: guardando l´Atlantico a destra passa chi esce; a sinistra passa chi entra)
In prossimità della zona di navigazione costiera marocchina è fissato l´appuntamento con la marea montante e, soprattutto, con la corrente favorevole: ma, contrariamente alle previsioni, la corrente non arriva.
Il percorso allora si allunga un poco, prende la direzione del porto di New Tanger, ben visibile sullo sfondo con grandi gru e una diga di protezione delle banchine.
Ciò che importa, però, è che nulla accade di sfavorevole: nessun cambiamento di vento, niente correnti contrarie, niente mare grosso, nulla che possa complicare la traversata.
Bracciata dopo bracciata l´Africa è a portata di mano e, dopo 4 ore e 20 minuti, finalmente l´arrivo: con l´ultimo scatto i nuotatori "toccano" materialmente la diga, come se fossero in piscina per far scattare le piastre elettroniche dei cronometristi.
La gioia è grande e sobriamente espressa, ma qualche tenera lacrimuccia sfugge ugualmente, nemmeno tanto di nascosto.
Rientrando a Tarifa sulla barca di appoggio ci rendiamo per la prima volta veramente conto di quanto sia lungo il percorso e della rilevanza dell´impresa e l´avvistamento di un piccolo branco di orche finisce per essere la ciliegina finale sulla torta appena sfornata.
A terra, complimenti e congratulazioni e le prime telefonate ed in serata la consegna del certificato di rito, con la rotta percorsa ed il tempo impiegato.
Veniamo a sapere che Giaconia ha avuto dei problemi ed ha toccato terra a Guadalmesi dopo circa 6 ore ed aver percorso circa 30 Km. Siamo veramente dispiaciuti del fatto; lo accompagniamo ad Algesiras per il rientro in Italia. Ci lascia la sua muta che è della misura di Zanello.
E viene quindi il turno del secondo gruppo, quello dei due meno veloci, programmato per venerdì 10.
Come da previsioni, la giornata di giovedì 9 agosto è dominata dal "levante", il vento che spira in uscita dal Mediterraneo e che porta mare grosso e correnti contrarie.
La sera il vento si indebolisce e tutto sembra mettersi per il meglio. Un po´ di tensione e di ansia per la paura che qualcosa possa andare storto: sarebbe un peccato, dopo 7 mesi di impegno focalizzato sull´evento.
Ma venerdì 10 agosto c´è la sorpresa: è vero che il levante è cessato, che il mare è una tavola, che le correnti e le maree sono a zero; ma non spira un alito di "ponente" (l´atteso vento dell´Atlantico che "pulisce" l´aria) e, di conseguenza, a causa della differenza di temperatura tra i due mari che condensa l´umidità dell´evaporazione, un fitto nebbione avvolge lo stretto e non si vede da qui a lì.
In teoria tutto andrebbe benissimo, ma non si può certo correre il rischio di farsi travolgere da una petroliera di non so quante mila tonnellate lanciata ad oltre 25 nodi di velocità!
Orologio alla mano si sta fino alle 10:30 con il naso all´insù per vedere cosa succede, sperando in una schiarita, ma alla fine occorre rassegnarsi. Il tentativo è rimandato al giorno dopo, sabato 11 agosto.
La sera di nuovo la procedura di preparazione dei rifornimenti e delle mute. Poi, sonno ristoratore, sveglia, immediata ricognizione del tempo (buono, anzi: ottimo), colazione e corsa al molo.
La giornata è ancora migliore di quella di mercoledì. In un baleno, tutto è pronto, compresa la cuffia con i colori e lo stemma del Senegal, che ho usato tutto l´anno in prospettiva di usarla qui.
Muta, vaselina, cuffia, occhialetti, attenti, pronti e via!
La scena, che questa volta vivo dall´acqua, è più o meno la stessa di prima.
Un anno di sogni, progetti, ansie e paure di non farcela si canalizzano in adrenalina pura che dà potenza al "motore" e la prestazione tecnica finisce per essere largamente al di sopra di ogni aspettativa.
Mi spiace soltanto per il mio amico Teseo che è costretto ogni tanto a fermarsi ed aspettarmi perché i concorrenti e quindi le barche che li accompagnano non possono essere distanziati.
Guttierez pensava che dopo la linea di traffico in entrata nel Mediterraneo, si sarebbe potuto stare un po´ distanti ma dalla Guardia Costiera Marocchina giunge un preciso invito a compattarsi.
A Teseo quindi va il mio più sincero ringraziamento.
Quattro ore e 27 minuti (questo il tempo impiegato dal secondo gruppo) volano in un attimo (bisogna stare concentrati sul gesto tecnico, senza domandarsi troppo quanto manca, altrimenti la meta sembrerà non arrivare mai, con conseguente rischio di crollo psicologico), tra rifornimenti impeccabilmente curati dal compagno sulla barca di appoggio ed il costante inseguimento dell´altra barca che segnala la rotta, questa volta la migliore possibile (al timone il sig. Antonio, il più esperto dei barcaioli, subito ribattezzato Sant´Antonio de Tarifa).
Poseidon (notoriamente ostile ad ogni Odisseo di turno) deve essere in vacanza in Etiopia (come usava tra gli dei dell´Olimpo) o magari Athena, Yemanjà e la Virgen del Carmen, alleate tra loro, sono più forti di lui.
Anche oggi, qualche nave "deviata", i delfini che questa volta ci stanno un po´ davanti e si vedono solo dalla barca, acqua bella "fresca" e benedetto chi ci ha dato le mute.
All´arrivo a Punta Cires (poco lontano dal porto dove avevano "toccato" i nostri amici) uguale è la gioia e la commozione: 5 su 5 in Africa, tutti sotto le 4 ore e mezzo (anche i meno veloci), il più pieno e completo dei successi! Una vera soddisfazione!
L´avventura può dirsi felicemente conclusa. Rapido rientro a terra, ancora complimenti e congratulazioni, certificati ed attestati di rito, preparazione dei bagagli, caricamento in macchina e via già alle 8 di sera, per altri 2100 kilometri tutti di seguito, per arrivare a Lerici il giorno dopo e raccogliere, con gli infiniti racconti dell´evento, i commenti e i complimenti degli amici che ci hanno sostenuto in questo sogno, magari un po´ bizzarro, ma certamente divertente ed unico.
E, ovviamente, sabato 25 la Coppa Byron. E´ questa la gara che praticamente chiude l´attività natatoria di fondo anche se restano alcune gare di prestigio inferiore; dopo ci prenderemo un po´ di meritato riposo, pensando ad altre imprese sportive. Gibilterra è già alle spalle!
Aldo Zanello, Federico Di Carlo
Fonte: UNVS La Spezia La Spezia www.unvsliguria.it
E´ l´avv. Aldo Zanello, sportivo e agonista, di lungo corso, ad oggi solo nel nuoto.
Nato a Santerenzo di Lerici, come tutti i ragazzi, dediti alle dicipline sportive: all´estate praticava il nuoto in mare (all´epoca, a Lerici, non vi erano piscine), all´inverno il calcio e la pallacanestro e pallavolo.
In età adulta si è trasferito a Roma, per svolgere la professione di legale, mai perdendo di vista le attività sportive, Calcio e Nuoto.
Ai giorni nostri si dedica, con passione, al nuoto Categoria Master, si allena con l´Aniene.
Anni fa è stato protagonista, con un gruppo di amici lericini, nuotatori di fondo, come lui, della traversata dello Stretto di Gibilterra.
Ecco il video dell´impresa
https://www.youtube.com/watch?v=6or2t0robwA
Questo il suo racconto .
L´idea vera è nata durante le vacanze di Natale 2006, all´avv. Zanello.
Era da tempo circolata la notizia che un italiano era riuscito nell´impresa. Un nome, un indirizzo, uno scambio di mail ed eccoci già oltre il punto di non ritorno.
In un paese di uomini/ "pesci" di mare come Lerici, i "complici" li ha trovati in un attimo: un accenno, una parola, un´intesa e tutti in piscina ad allenarsi.
Oltre a Zanello faranno parte della traversata Teseo Stefanini, Massimiliano Marianetti, Enrico Mazzi ed il sottoscritto Federico Di Carlo.
La preparazione è stata lunga ed intensa: allenamenti e gare, prima in piscina, poi in mare, seguendo i programmi dei nostri allenatori ed i consigli tanto utili, quanto disinteressati di alcuni nuotatori amici, campioni assoluti delle specialità del fondo in acque libere.
Abbiamo dei dubbi circa la traversata perché confrontando i tempi delle varie traversate in mare , è chiaro che le velocità sono differenti tra di noi e quindi non capiamo come potrà essere effettuata tecnicamente la traversata se non con l´ausilio di 2 o 3 barche.
In questi mesi di preparazione Zanello si tiene in contatto con il titolare della Società che organizza queste traversate e ci tranquillizza dicendo che il titolare della Società, che segue questi eventi, penserà a tutto.
Partirà con noi anche la moglie di Zanello (Lucia) per la quale c´è posto nella casa, che abbiamo preso in affitto a Guadalmesi (10 Km. da Tarifa)
2100 kilometri dopo, bevuti tutto d´un fiato in 24 ore consecutive di viaggio, eccoci a Tarifa, la città europea più meridionale, punto di partenza della traversata.
Il campo base è fissato in località Guadalmesì, in una bella casa di campagna, in mezzo ad un parco naturale e vicino ad un osservatorio ornitologico (Gibilterra, per la sua collocazione sulle rotte migratorie, è infatti un famoso sito di birdwatching). Vicini di casa: un puledro bianco costantemente in cerca di compagnia ed un gruppo di mucche e tori con i relativi campanacci, che si fanno sentire anche di notte. Sullo sfondo, lo Stretto e l´Africa.
Il giorno dopo l´arrivo ci rechiamo all´ufficio dell´ACNEG e precisamente dal Sig. Guttierez il quale, appena sentito che siamo in 5 con differenti velocità, ci dice che è impossibile effettuare la traversata tutti assieme e ci propone addirittura una sorta di staffetta.
Tutto quello che durante questi 6 mesi avevamo creduto e cioè di effettuare la traversata tutti assieme anche se scaglionati, crolla miseramente.
Siamo presi da un leggero scoramento.
In un primo momento l´organizzazione fissa per il tentativo la giornata di venerdì 10 agosto. Ci sono altri in coda per tentare ... I giorni a disposizione sono pochi ... Il nostro tentativo è complicato perché siamo in cinque e le differenti velocità non semplificano la cosa.
Qualche ringhio, un po´ di diplomazia e, con l´aiuto della metereologia favorevole, si ottiene una prima chance per mercoledì 8: un primo gruppetto potrà tentare l´impresa .
In quello stesso giorno è previsto il doppio tentativo del palermitano Mauro Giaconia (andata e ritorno ), grande specialista in maratone e traversate di gran fondo.
A lui, in attesa del momento fatidico da circa 12 gg., Guttierez riserva la sua equipe composta da Antonio e da un gommone della Croce Rossa con due militi a bordo. Il nostro gruppo tenterà la traversa con una barca noleggiata e con Guttierez come assistente.
Lo stesso ci suggerisce di far partire per primi i tre più veloci del gruppo.
Già dal primo giorno avevamo scoperto che l´acqua è veramente fredda (mediamente sotto i 20°, contro i 21°- 23° ipotizzati), ma l´ingegno italico assieme ad un bel po´ di Euro, ci permette di risolvere il problema con l´acquisto di mute di neoprene, da nuotatori spagnoli che rientrano dopo aver felicemente concluso la loro prova sportiva.
Guttierez ribadisce che sarebbe meglio partissero i più veloci che oltretutto hanno le tre mute.
Il turno dei due meno veloci (che si assumono anche il rischio di confidare su previsioni meteo pur favorevoli, ma non sempre attendibili) sarà per venerdì o sabato (ultimo giorno utile)
La sera di martedì 7 è spesa a provare le mute e a preparare i rifornimenti (sostanzialmente acqua, tè, cocacola, con aggiunta di zuccheri ed integratori)
A tavola non manca mai la pasta (di Lucia), vera riserva di carburante, ed a colazione si varia chi con latte, caffè e miele; chi con tè o caffè, con fette biscottate e marmellata. Sempre alto è il consumo di cioccolata tipo nutella Poco il vino e molta acqua, ovviamente non gassata. Quella volta che capitiamo al ristorante, per non sbagliare ordiniamo riso in bianco.
Alle 8 di mercoledì 8 agosto siamo al molo: il tempo ha mantenuto le promesse e la giornata è calma e serena. Imbarco rapido, rapida "vestizione" dei tre nuotatori, abbondante applicazione di lanolina e vaselina (anti freddo ed anti irritazioni), ultimo sorso di energetico e, di fronte a Punta Tarifa (estremo lembo d´Europa): attenti, pronti, via!
La rotta è decisamente verso sud (e cioè verso l´Atlantico), in modo che la corrente entrante possa progressivamente spingere chi nuota verso est, facendolo rientrare e consentendogli così di avvicinarsi progressivamente alla costa marocchina.
Sullo sfondo il monte Hafa el Benat (m. 489 s.l.m.), un panettone isolato, che fronteggia la Rocca di Gibilterra (la più famosa delle Colonne d´Ercole) e sovrasta Ceuta. In pratica l"altra" Colonna di epica memoria, che danno proprio l´idea di sorreggere il mondo.
Ma i nuotatori non se ne preoccupano. Nonostante qualche problemuccio con la muta (un po´ troppo "a misura" per uno di loro) tutti e tre viaggiano a velocità costante ed elevata (alla fine sarà oltre 2 miglia l´ora) ed è una meraviglia anche solo vederli.
Accanto a noi (chi non nuota cura dalla barca i rifornimenti e l´assistenza) sfrecciano cargo, portacontainer, petroliere, traghetti di ogni stazza e dimensione, ma quelli che incrociano la rotta vengono avvisati con largo anticipo, tramite il centro radio controllo dello stretto e possono così "accostare" di quel poco necessario per non dare reciproco disturbo.
Ad un certo punto compare un branco di balene - pilota e poco oltre gli immancabili delfini, che giocano con la barca ed i nuotatori. Più di uno sfreccia sott´acqua e si gira a pancia insù per curiosare meglio attorno a quegli strani soggetti che si agitano in superficie. I ragazzi racconteranno poi della straordinaria esperienza di vederseli così vicini, quasi cheek to cheek ed a guardarsi negli occhi, e dell´energia, della gioia e dell´entusiasmo che hanno loro trasmesso.
Il tempo regge, la rotta è giusta, il Marocco si avvicina.
Nel centro del canale l´acqua è un po´ meno fredda. Le cose vanno per il meglio. I rifornimenti si susseguono regolarmente ed i nuotatori, implacabili, macinano i kilometri con bello stile, efficace e redditizio. Si raccolgono i frutti dell´impegno profuso e dei duri allenamenti invernali.
La zona di navigazione costiera spagnola è superata di slancio, così come la doppia corsia centrale di passaggio delle navi (come in autostrada: guardando l´Atlantico a destra passa chi esce; a sinistra passa chi entra)
In prossimità della zona di navigazione costiera marocchina è fissato l´appuntamento con la marea montante e, soprattutto, con la corrente favorevole: ma, contrariamente alle previsioni, la corrente non arriva.
Il percorso allora si allunga un poco, prende la direzione del porto di New Tanger, ben visibile sullo sfondo con grandi gru e una diga di protezione delle banchine.
Ciò che importa, però, è che nulla accade di sfavorevole: nessun cambiamento di vento, niente correnti contrarie, niente mare grosso, nulla che possa complicare la traversata.
Bracciata dopo bracciata l´Africa è a portata di mano e, dopo 4 ore e 20 minuti, finalmente l´arrivo: con l´ultimo scatto i nuotatori "toccano" materialmente la diga, come se fossero in piscina per far scattare le piastre elettroniche dei cronometristi.
La gioia è grande e sobriamente espressa, ma qualche tenera lacrimuccia sfugge ugualmente, nemmeno tanto di nascosto.
Rientrando a Tarifa sulla barca di appoggio ci rendiamo per la prima volta veramente conto di quanto sia lungo il percorso e della rilevanza dell´impresa e l´avvistamento di un piccolo branco di orche finisce per essere la ciliegina finale sulla torta appena sfornata.
A terra, complimenti e congratulazioni e le prime telefonate ed in serata la consegna del certificato di rito, con la rotta percorsa ed il tempo impiegato.
Veniamo a sapere che Giaconia ha avuto dei problemi ed ha toccato terra a Guadalmesi dopo circa 6 ore ed aver percorso circa 30 Km. Siamo veramente dispiaciuti del fatto; lo accompagniamo ad Algesiras per il rientro in Italia. Ci lascia la sua muta che è della misura di Zanello.
E viene quindi il turno del secondo gruppo, quello dei due meno veloci, programmato per venerdì 10.
Come da previsioni, la giornata di giovedì 9 agosto è dominata dal "levante", il vento che spira in uscita dal Mediterraneo e che porta mare grosso e correnti contrarie.
La sera il vento si indebolisce e tutto sembra mettersi per il meglio. Un po´ di tensione e di ansia per la paura che qualcosa possa andare storto: sarebbe un peccato, dopo 7 mesi di impegno focalizzato sull´evento.
Ma venerdì 10 agosto c´è la sorpresa: è vero che il levante è cessato, che il mare è una tavola, che le correnti e le maree sono a zero; ma non spira un alito di "ponente" (l´atteso vento dell´Atlantico che "pulisce" l´aria) e, di conseguenza, a causa della differenza di temperatura tra i due mari che condensa l´umidità dell´evaporazione, un fitto nebbione avvolge lo stretto e non si vede da qui a lì.
In teoria tutto andrebbe benissimo, ma non si può certo correre il rischio di farsi travolgere da una petroliera di non so quante mila tonnellate lanciata ad oltre 25 nodi di velocità!
Orologio alla mano si sta fino alle 10:30 con il naso all´insù per vedere cosa succede, sperando in una schiarita, ma alla fine occorre rassegnarsi. Il tentativo è rimandato al giorno dopo, sabato 11 agosto.
La sera di nuovo la procedura di preparazione dei rifornimenti e delle mute. Poi, sonno ristoratore, sveglia, immediata ricognizione del tempo (buono, anzi: ottimo), colazione e corsa al molo.
La giornata è ancora migliore di quella di mercoledì. In un baleno, tutto è pronto, compresa la cuffia con i colori e lo stemma del Senegal, che ho usato tutto l´anno in prospettiva di usarla qui.
Muta, vaselina, cuffia, occhialetti, attenti, pronti e via!
La scena, che questa volta vivo dall´acqua, è più o meno la stessa di prima.
Un anno di sogni, progetti, ansie e paure di non farcela si canalizzano in adrenalina pura che dà potenza al "motore" e la prestazione tecnica finisce per essere largamente al di sopra di ogni aspettativa.
Mi spiace soltanto per il mio amico Teseo che è costretto ogni tanto a fermarsi ed aspettarmi perché i concorrenti e quindi le barche che li accompagnano non possono essere distanziati.
Guttierez pensava che dopo la linea di traffico in entrata nel Mediterraneo, si sarebbe potuto stare un po´ distanti ma dalla Guardia Costiera Marocchina giunge un preciso invito a compattarsi.
A Teseo quindi va il mio più sincero ringraziamento.
Quattro ore e 27 minuti (questo il tempo impiegato dal secondo gruppo) volano in un attimo (bisogna stare concentrati sul gesto tecnico, senza domandarsi troppo quanto manca, altrimenti la meta sembrerà non arrivare mai, con conseguente rischio di crollo psicologico), tra rifornimenti impeccabilmente curati dal compagno sulla barca di appoggio ed il costante inseguimento dell´altra barca che segnala la rotta, questa volta la migliore possibile (al timone il sig. Antonio, il più esperto dei barcaioli, subito ribattezzato Sant´Antonio de Tarifa).
Poseidon (notoriamente ostile ad ogni Odisseo di turno) deve essere in vacanza in Etiopia (come usava tra gli dei dell´Olimpo) o magari Athena, Yemanjà e la Virgen del Carmen, alleate tra loro, sono più forti di lui.
Anche oggi, qualche nave "deviata", i delfini che questa volta ci stanno un po´ davanti e si vedono solo dalla barca, acqua bella "fresca" e benedetto chi ci ha dato le mute.
All´arrivo a Punta Cires (poco lontano dal porto dove avevano "toccato" i nostri amici) uguale è la gioia e la commozione: 5 su 5 in Africa, tutti sotto le 4 ore e mezzo (anche i meno veloci), il più pieno e completo dei successi! Una vera soddisfazione!
L´avventura può dirsi felicemente conclusa. Rapido rientro a terra, ancora complimenti e congratulazioni, certificati ed attestati di rito, preparazione dei bagagli, caricamento in macchina e via già alle 8 di sera, per altri 2100 kilometri tutti di seguito, per arrivare a Lerici il giorno dopo e raccogliere, con gli infiniti racconti dell´evento, i commenti e i complimenti degli amici che ci hanno sostenuto in questo sogno, magari un po´ bizzarro, ma certamente divertente ed unico.
E, ovviamente, sabato 25 la Coppa Byron. E´ questa la gara che praticamente chiude l´attività natatoria di fondo anche se restano alcune gare di prestigio inferiore; dopo ci prenderemo un po´ di meritato riposo, pensando ad altre imprese sportive. Gibilterra è già alle spalle!
Aldo Zanello, Federico Di Carlo
Fonte: UNVS La Spezia La Spezia www.unvsliguria.it