Da Bordin a Baldini, la storia della maratona olimpica
08-08-2016 23:08 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
E´ la gara che chiude le Olimpiadi, sono i 42 chilometri e 195 metri che possono farti entrare nella storia. Pensate che tutto ebbe origine nel 490 a.C. quando Filippide, secondo la leggenda narrata da Erodoto, corse da Maratona ad Atene per annunciare la vittoria ateniese sui persiani, morendo poi stremato dalla fatica.
La maratona moderna nacque proprio per commemorare Filippide ma solo a partire dai giochi del 1924 la distanza divenne quella attuale che è poi quella tra Maratona e la capitale ellenica, mentre nelle prime edizioni si corsero quaranta chilometri.
Il primo vincitore nei giochi di Atene del 1896 fu il greco Spiridon Louis che nel corso della sua performance riuscì anche a fermarsi in un´osteria per bere un bicchiere di buon vino...
L´immagine di Dorando Pietri sulla Domenica del Corriere, sostenuto ed aiutato per tagliare il traguardo di Londra nel 1908, rimane una delle icone della storia e nonostante la squalifica il nome dell´atleta emiliano rimane indissolubilmente legato alla storia dello sport e della rassegna a cinque cerchi.
Il ceco Emil Zatopek, "la locomotiva umana", centrò nel 1952 ad Helsinki una tripletta che nessuno riuscì mai ad eguagliare, trionfando nella maratona dopo essersi imposto sui 5000 e 10000 metri, mentre un altro personaggio di cui abbiamo sentito tanto parlare è l´etiope Abebe Bikila: la sua magra figura, i piedi scalzi sui sampietrini di Roma, le fiaccole accese lungo il percorso in una splendida notte romana restano una delle fotografie più belle e romantiche che la storia sportiva ci ha tramandato. Era il 1960 e quattro anni dopo, questa volta con le scarpette ai piedi, il grande Bikila centrò il bis, lui che quattro anni prima aveva conquistato il primo oro africano ai giochi olimpici.
Ma se diciamo maratona il primo nome che ci viene in mente è quello di Gelindo Bordin, vicentino di Longare, nato nel 1959, che nel 1988 a Seoul diventò il primo italiano a trionfare nella corsa più dura e più affascinante. La figura del veneto, con quel viso lungo e scavato incorniciato da una barbetta nera, rimarrà sempre nella nostra mente, lui con la canotta bianca a combattere contro lo strapotere dei corridori degli altipiani. Un crescendo rossiniano quello di Gelindo, che il papà chiamò così per ricordare un suo amico scomparso in guerra, un nome tanto strano quanto ci divenne familiare dopo quella giornata. Come dimenticare gli ultimi cinque chilometri di quella domenica di inizio ottobre del 1988, quando l´italiano recuperò prima sul keniano Wakiihuri e poi sul gibutiano Salah , il suo ingresso nello stadio, la voce di Rosi , telecronista Rai, che lo spinge, il rettilineo finale, i baci alla tribuna, il nastro bianco del traguardo che lo avvolge in un abbraccio.... Vorremmo abbracciarti tutti Gelindo, che ti inginocchi a baciare e ringraziare la terra, quella terra che si è srotolata davanti ai tuoi piedi portandoti ad ottenere un trionfo fantastico.
Un impresa , quella di Bordin, che un altro ragazzo italiano compì proprio ad Atene.
Era il 29 Agosto 2004 quando Stefano Baldini, reggiano di Castelnuovo di Sotto, si presentò alla partenza della gara che chiudeva i giochi della 28° Olimpiade , sul percorso che fece Filippide da Maratona ad Atene. Una gara condotta sempre nel gruppo di testa quella di Stefano , anche se a pochi chilometri dalla fine il brasiliano Lima era in vantaggio di una trentina di secondi sugli inseguitori, tra cui appunto Baldini. Un pazzo sconsiderato con un kilt scozzese irruppe sulla sede stradale, eludendo il servizio d´ ordine e si lanciò sul brasiliano, aggredendolo: momento di panico e sconcerto, invasore bloccato e Lima che riparte ma chiaramente scioccato dall´accaduto. Chissà se Lima senza quell´episodio sarebbe riuscito a tagliare per primo il traguardo, sta di fatto che quel giorno Baldini era in grande spolvero, accelerò nel finale ed entrò primo e solitario nel leggendario stadio Panathinaiko, vincendo davanti allo statunitense Keflezighi e a Lima, che conservò il terzo posto.
Bordin e Baldini, due splendide storie italiane , entrambi allenati dal grande tecnico Luciano Gigliotti, gli unici due azzurri che hanno trionfato nella gara più bella e più dura.
Marco Ferrero
Il Prof. Luciano Gigliotti è socio UNVS iscritto alla Sezione di Modena, Responsabile delle attività sportive nel Progetto Zorro, e componente a Modena del Consiglio dello Sport assieme al Dott. Ferdinando Tripi, il Dott. Gustavo Savino del Centro Medicina dello Sport, al Dott. Stefano Gobbi, Presidente CSI Modena, la Sig.ra Mirella Freni, la Prof.ssa Monica Ansaloni, responsabile del
Progetto Infanzia, il Sig. Serafino Ansaloni, Presidente della Società di Atletica La Fratellanza 1874 e dal. Delegato UNVS Emilia Franco Bulgarelli
Fonte: UNVS Modena www.unvsemilia.it
La maratona moderna nacque proprio per commemorare Filippide ma solo a partire dai giochi del 1924 la distanza divenne quella attuale che è poi quella tra Maratona e la capitale ellenica, mentre nelle prime edizioni si corsero quaranta chilometri.
Il primo vincitore nei giochi di Atene del 1896 fu il greco Spiridon Louis che nel corso della sua performance riuscì anche a fermarsi in un´osteria per bere un bicchiere di buon vino...
L´immagine di Dorando Pietri sulla Domenica del Corriere, sostenuto ed aiutato per tagliare il traguardo di Londra nel 1908, rimane una delle icone della storia e nonostante la squalifica il nome dell´atleta emiliano rimane indissolubilmente legato alla storia dello sport e della rassegna a cinque cerchi.
Il ceco Emil Zatopek, "la locomotiva umana", centrò nel 1952 ad Helsinki una tripletta che nessuno riuscì mai ad eguagliare, trionfando nella maratona dopo essersi imposto sui 5000 e 10000 metri, mentre un altro personaggio di cui abbiamo sentito tanto parlare è l´etiope Abebe Bikila: la sua magra figura, i piedi scalzi sui sampietrini di Roma, le fiaccole accese lungo il percorso in una splendida notte romana restano una delle fotografie più belle e romantiche che la storia sportiva ci ha tramandato. Era il 1960 e quattro anni dopo, questa volta con le scarpette ai piedi, il grande Bikila centrò il bis, lui che quattro anni prima aveva conquistato il primo oro africano ai giochi olimpici.
Ma se diciamo maratona il primo nome che ci viene in mente è quello di Gelindo Bordin, vicentino di Longare, nato nel 1959, che nel 1988 a Seoul diventò il primo italiano a trionfare nella corsa più dura e più affascinante. La figura del veneto, con quel viso lungo e scavato incorniciato da una barbetta nera, rimarrà sempre nella nostra mente, lui con la canotta bianca a combattere contro lo strapotere dei corridori degli altipiani. Un crescendo rossiniano quello di Gelindo, che il papà chiamò così per ricordare un suo amico scomparso in guerra, un nome tanto strano quanto ci divenne familiare dopo quella giornata. Come dimenticare gli ultimi cinque chilometri di quella domenica di inizio ottobre del 1988, quando l´italiano recuperò prima sul keniano Wakiihuri e poi sul gibutiano Salah , il suo ingresso nello stadio, la voce di Rosi , telecronista Rai, che lo spinge, il rettilineo finale, i baci alla tribuna, il nastro bianco del traguardo che lo avvolge in un abbraccio.... Vorremmo abbracciarti tutti Gelindo, che ti inginocchi a baciare e ringraziare la terra, quella terra che si è srotolata davanti ai tuoi piedi portandoti ad ottenere un trionfo fantastico.
Un impresa , quella di Bordin, che un altro ragazzo italiano compì proprio ad Atene.
Era il 29 Agosto 2004 quando Stefano Baldini, reggiano di Castelnuovo di Sotto, si presentò alla partenza della gara che chiudeva i giochi della 28° Olimpiade , sul percorso che fece Filippide da Maratona ad Atene. Una gara condotta sempre nel gruppo di testa quella di Stefano , anche se a pochi chilometri dalla fine il brasiliano Lima era in vantaggio di una trentina di secondi sugli inseguitori, tra cui appunto Baldini. Un pazzo sconsiderato con un kilt scozzese irruppe sulla sede stradale, eludendo il servizio d´ ordine e si lanciò sul brasiliano, aggredendolo: momento di panico e sconcerto, invasore bloccato e Lima che riparte ma chiaramente scioccato dall´accaduto. Chissà se Lima senza quell´episodio sarebbe riuscito a tagliare per primo il traguardo, sta di fatto che quel giorno Baldini era in grande spolvero, accelerò nel finale ed entrò primo e solitario nel leggendario stadio Panathinaiko, vincendo davanti allo statunitense Keflezighi e a Lima, che conservò il terzo posto.
Bordin e Baldini, due splendide storie italiane , entrambi allenati dal grande tecnico Luciano Gigliotti, gli unici due azzurri che hanno trionfato nella gara più bella e più dura.
Marco Ferrero
Il Prof. Luciano Gigliotti è socio UNVS iscritto alla Sezione di Modena, Responsabile delle attività sportive nel Progetto Zorro, e componente a Modena del Consiglio dello Sport assieme al Dott. Ferdinando Tripi, il Dott. Gustavo Savino del Centro Medicina dello Sport, al Dott. Stefano Gobbi, Presidente CSI Modena, la Sig.ra Mirella Freni, la Prof.ssa Monica Ansaloni, responsabile del
Progetto Infanzia, il Sig. Serafino Ansaloni, Presidente della Società di Atletica La Fratellanza 1874 e dal. Delegato UNVS Emilia Franco Bulgarelli
Fonte: UNVS Modena www.unvsemilia.it