Da Mastropasqua a Volpi, Mei ritrova lo Spezia
04-02-2016 19:07 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
Per l´ex campione europeo dei 10mila metri la chiamata nel cda del presidente Corradino, trent´anni dopo la prima volta da dirigente aquilotto. "Ci ho messo un minuto a dire sì".
Ventisei anni di Spezia che sarebbe impossibile raccontare senza tante ore libere davanti. Tra promozioni e cadute, record sbriciolati, quattro trofei e un pugno di campionati vinti, fallimenti e imprese sui campi che hanno visto passare la storia del calcio italiano. Da Mimmo Mastropasqua ad Andrea Corradino, un filo che si riannoda per Stefano Mei che torna a far parte dello Spezia Calcio dopo quasi tre decadi. Nel 1989, quando lo chiamarono a fare il dirigente, era il campione europeo dei 10mila metri in carica, oggi che entra nel cda di Via Melara è un ex del consiglio federale del Coni e della Fidal tra le altre cose.
"Se mi aspettavo la chiamata? Assolutamente no. Ho ricevuto una telefonata dal presidente Corradino venerdì in serata, a bruciapelo. Ma devo dire che ci ho messo ben poco a dire sì", racconta l´ex mezzofondista. "Mi ha fatto molto piacere, si tratta della squadra della mia città, quella per cui tifo. E´ un attestato che testimonia che anche alla Spezia si ricordano di me, non è sempre stato così".
Tante cose sono cambiate da quel 1989, che pure era un periodo che sembrava poter portare a una svolta.
"Oggi disputiamo il quarto anno di serie B, abbiamo partecipato a due play-off di seguito. E´ bene non dimenticarlo, anche se è logico voler sempre fare di più. Dopo aver conquistato l´Europeo capitava anche a me di snobbare competizioni a cui prima guardavo con grandi aspettative. Quest´anno per adesso non c´è stato il miglioramento che ci aspettavamo. Il calcio d´altra parte non è come l´atletica, fare pronostici è difficile. Il Crotone lo dimostra".
Di allenamenti nella sua carriera ne ha fatti e visti fare tanti. Molto si è parlato della condizione fisica dello Spezia in inverno, cosa ne pensa?
"E´ evidente che la squadra non sia arrivata bene nei secondi tempi per un certo periodo. Ma anche anche l´altro anno la tenuta fisica è stato un punto delicato. In generale, senza addentrarmi in disquisizioni sui moduli che lascio ai tecnici, il 4-2-3-1 obbliga a un grande lavoro gli esterni. Nella prima stagione di Bjelica avevamo virato al 3-5-2 e poi solo a primavera siamo passati al modulo più offensivo, trascinati dalle ali che erano in una condizione strepitosa, soprattutto Situm. Ecco, credo che quello stato di forma non può durare per nove mesi consecutivi. Di Carlo non ha stravolto lo Spezia, ma ha messo tutti nelle condizioni di correre di meno. Si fa meno fatica e può uscire la qualità individuale".
Vedere uno spezzino come Luca Vignali segnare sotto la curva è sempre qualcosa di speciale.
"Un piacere immenso. La madre faceva atletica tra l´altro, era una brava ostacolista. L´ho vista poche settimane prima e mi raccontava del figlio, di cui già sapevo. Vedere uno spezzino segnare sotto la Ferrovia mi ricorda il mio amico Gianni Di Staso: lui il gol lo fece sotto i cipressi, poi impazzito di gioia andò sotto la curva sbagliata, infatti era vuota".
Sembra un momento di risveglio per lo Sport in città, le ci crede?
"Il 2016 sarà un anno fortunato, comunque vada. Il calcio va con le sue gambe, tra Follo, Ferdeghini e il “Picco”. Che ci sta un po´ stretto, non a livello di capienza ma di logistica generale. Per quel che riguarda il Montagna, continuo a dire che è il miglior campo d´Italia. Non sarà mai uno stadio per fare le olimpiadi, ma un campionato italiano è assolutamente plausibile. Ci sono due campi attigui, lo spazio per la campestre: difficile trovare una cosa simile altrove. E poi il basket femminile con la Carispezia che va a gonfie vele. Chiaro che mi piacerebbe l´atletica fosse ancora più aiutata. Federico (Leporati, ndr) fa anche il presidente della SpecTec Carispezia Duferco in mia assenza, gliene devo dare merito. Cresceremo, anche sotto questo aspetto".
ANDREA BONATTI
Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it
Ventisei anni di Spezia che sarebbe impossibile raccontare senza tante ore libere davanti. Tra promozioni e cadute, record sbriciolati, quattro trofei e un pugno di campionati vinti, fallimenti e imprese sui campi che hanno visto passare la storia del calcio italiano. Da Mimmo Mastropasqua ad Andrea Corradino, un filo che si riannoda per Stefano Mei che torna a far parte dello Spezia Calcio dopo quasi tre decadi. Nel 1989, quando lo chiamarono a fare il dirigente, era il campione europeo dei 10mila metri in carica, oggi che entra nel cda di Via Melara è un ex del consiglio federale del Coni e della Fidal tra le altre cose.
"Se mi aspettavo la chiamata? Assolutamente no. Ho ricevuto una telefonata dal presidente Corradino venerdì in serata, a bruciapelo. Ma devo dire che ci ho messo ben poco a dire sì", racconta l´ex mezzofondista. "Mi ha fatto molto piacere, si tratta della squadra della mia città, quella per cui tifo. E´ un attestato che testimonia che anche alla Spezia si ricordano di me, non è sempre stato così".
Tante cose sono cambiate da quel 1989, che pure era un periodo che sembrava poter portare a una svolta.
"Oggi disputiamo il quarto anno di serie B, abbiamo partecipato a due play-off di seguito. E´ bene non dimenticarlo, anche se è logico voler sempre fare di più. Dopo aver conquistato l´Europeo capitava anche a me di snobbare competizioni a cui prima guardavo con grandi aspettative. Quest´anno per adesso non c´è stato il miglioramento che ci aspettavamo. Il calcio d´altra parte non è come l´atletica, fare pronostici è difficile. Il Crotone lo dimostra".
Di allenamenti nella sua carriera ne ha fatti e visti fare tanti. Molto si è parlato della condizione fisica dello Spezia in inverno, cosa ne pensa?
"E´ evidente che la squadra non sia arrivata bene nei secondi tempi per un certo periodo. Ma anche anche l´altro anno la tenuta fisica è stato un punto delicato. In generale, senza addentrarmi in disquisizioni sui moduli che lascio ai tecnici, il 4-2-3-1 obbliga a un grande lavoro gli esterni. Nella prima stagione di Bjelica avevamo virato al 3-5-2 e poi solo a primavera siamo passati al modulo più offensivo, trascinati dalle ali che erano in una condizione strepitosa, soprattutto Situm. Ecco, credo che quello stato di forma non può durare per nove mesi consecutivi. Di Carlo non ha stravolto lo Spezia, ma ha messo tutti nelle condizioni di correre di meno. Si fa meno fatica e può uscire la qualità individuale".
Vedere uno spezzino come Luca Vignali segnare sotto la curva è sempre qualcosa di speciale.
"Un piacere immenso. La madre faceva atletica tra l´altro, era una brava ostacolista. L´ho vista poche settimane prima e mi raccontava del figlio, di cui già sapevo. Vedere uno spezzino segnare sotto la Ferrovia mi ricorda il mio amico Gianni Di Staso: lui il gol lo fece sotto i cipressi, poi impazzito di gioia andò sotto la curva sbagliata, infatti era vuota".
Sembra un momento di risveglio per lo Sport in città, le ci crede?
"Il 2016 sarà un anno fortunato, comunque vada. Il calcio va con le sue gambe, tra Follo, Ferdeghini e il “Picco”. Che ci sta un po´ stretto, non a livello di capienza ma di logistica generale. Per quel che riguarda il Montagna, continuo a dire che è il miglior campo d´Italia. Non sarà mai uno stadio per fare le olimpiadi, ma un campionato italiano è assolutamente plausibile. Ci sono due campi attigui, lo spazio per la campestre: difficile trovare una cosa simile altrove. E poi il basket femminile con la Carispezia che va a gonfie vele. Chiaro che mi piacerebbe l´atletica fosse ancora più aiutata. Federico (Leporati, ndr) fa anche il presidente della SpecTec Carispezia Duferco in mia assenza, gliene devo dare merito. Cresceremo, anche sotto questo aspetto".
ANDREA BONATTI
Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it