Gianfelice Facchetti: "Vi racconto dal palco la mia tribù del calcio"
18-01-2020 12:48 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
Gianfelice Facchetti, figlio dell'indimenticato Giacinto, va in scena a Milano con un adattamento del celebre saggio di Morris: "Un omaggio al tifoso normale"
Vai allo stadio, sugli spalti o in campo, giochi a calcetto con gli amici, tifi, esulti, ridi, piangi e imprechi e un gol ti può svoltare la settimana o rovinartela.
No, non stai seguendo uno Sport, fai parte di una tribù. Perché? Cerca di spiegarlo Gianfelice Facchetti - autore, interprete, regista e figlio della gloria nerazzurra Giacinto - che va in scena allo Spazio Teatrale di Milano con "La tribù del calcio show".
IL PRIMO PALLONE - E da quel pallone, che rimbalza da secoli, è partito Gianfelice.
Nel testo portato in scena con la Banda del Fuorigioco, incrocia spunti dal saggio di Morris a note autobiografiche ("Appena uscito dalla pancia di mia madre una pallonata mi ha colpito dritto in faccia, come uno schiaffo. Quella palla l’ho raccolta con le mani" dirà sul palco).
Ma non aspettatevi uno show nerazzurro, anche se l’Inter scorre nelle vene: "Papà è evocato nel testo solo come il mio "capotribù".
Ci sono poi i protagonisti, gli idoli a cui una tribù deve guardare: sul palco fanno capolino in qualche modo o Rei Pelé, il leggendario Ghiggia del Mundial 1950 e Denis Bergamini il giocatore del Cosenza trovato senza vita nel 1989 in un caso frettolosamente liquidato come suicidio e poi riaperto dall’evidenza di un oscuro omicidio.
"PER I NORMALI" - "Sono partito dal libro di Morris, che ha letto il mio adattamento, ma ho anche iniziato a scrivere questo testo - racconta Facchetti - guardandomi indietro e cercando di capire cosa mi piace ancora di questa roba qui.
Si parte dalle radici, come fa Morris d’altronde, per capire come l’uomo da cacciatore sia diventato calciatore".
Cambiano i tempi ma la tribù - come visto dallo studioso inglese nella nuova versione del volume del 2016 con la prefazione di José Mourinho - si modifica ma resiste. "Il cambiamento del calcio è ineluttabile — continua Facchetti — al tempo delle tv, del business, delle finali giocate a migliaia di chilometri da qui, ma qualcosa non cambia: è quello che nello spettacolo chiamo il "tifoso normale", quello che entra pacifico ed esce pacifico, che perde tempo, soldi e magari per qualche giorno la serenità senza chiedere nulla in cambio. Lo spettacolo è anche per lui".
Ed è proprio Desmond Morris, da lontano, a dare un viatico speciale al debutto della "tribù" in teatro: "Lo spettacolo richiamerà sì gli appassionati più maturi, i ragazzi hanno perso l’abitudine del teatro, ma con un po’ di fortuna mi auguro che richiami anche un pubblico non-football, che sono certo che troverebbe intriganti gli strani rituali della nostra tribù".
Edoardo Lusena
GIANFELICE FACCHETTI è Socio Benemerito dell'UNVS, iscritto alla Sezione "O. Lorenzelli - F. Zolezzi" della Spezia
Fonte: UNVS La Spezia - La Spezia www.unvsliguria.it