Il calcio è poesia - The Holie Golie, il Portiere Santo
24-01-2017 11:00 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
- Johan Cruijff un giorno, battezzò così religione e calcio in uno stesso stadio: "Ho giocato ed allenato per anni in Spagna, dove sono molto cattolici. Prima del via sono in 22 a farsi il segno della croce, ognuno per il proprio Dio. Ora facendo un rapido calcolo, se tutto funzionasse, ogni partita dovrebbe finire pari.
Invece così non è ".
Calcio e religione se ne sono dette di ogni tipo per secoli. Il segno della croce prima del via, o quello dopo un gol, poi sono arrivati gli Atleti di Cristo ed il ringraziamento al Signore per il gol segnato; mai una maledizione per quello preso. In tanti si sono inginocchiati e rivolto lo sguardo verso il cielo per mandare un segnale, altri hanno pregato anche se non avevano davanti un centravanti sul dischetto del rigore. Ma c´è chi ha fatto oltre, undici anni fa. La polizia scozzese nel 2006 rese infatti noto che Artur Boruc, portiere polacco del Celtic Glasgow, stava per essere perseguito per aver fatto il segno della croce durante il derby con i Rangers, provocando così i tifosi avversari che sono di differente religione. E così fu. Da quel giorno, per i tifosi del Celtic è stato The Holie Golie, il Portiere Santo. Il giorno dopo il match, la polizia - spiegò un portavoce- aveva ricevuto un gran numero di proteste riguardanti il polacco e dopo alcune settimane d´indagine sul suo gesto, decise di trasmettere il dossier alla procura di Glasgow. Ammonimento giudiziario per aver provocato la folla con il segno della croce, questa la sentenza dopo sei mesi di indagini. Sentenza che venne registrata nel casellario giudiziario dov´è tutt´ora. Il Crown Office stabilì che il gesto aveva provocato allarme ed eccitazione tra la folla e questo ha costituito turbativa della pace. La Chiesa rispose con un comunicato: allarmante condannare qualcuno per un segno della croce, un gesto internazionalmente accettato come atto di devozione religiosa. La vicenda pare sia finita nel nulla. Dopo un amen, chiaro.
Come disse Boruc poco tempo fa: " Non devo mica vergognarmi per la mia fede, no?"
ARMANDO NAPOLETANO
Fonte: UNVS La Spezia - La Spezia www.unvsliguria.it
Invece così non è ".
Calcio e religione se ne sono dette di ogni tipo per secoli. Il segno della croce prima del via, o quello dopo un gol, poi sono arrivati gli Atleti di Cristo ed il ringraziamento al Signore per il gol segnato; mai una maledizione per quello preso. In tanti si sono inginocchiati e rivolto lo sguardo verso il cielo per mandare un segnale, altri hanno pregato anche se non avevano davanti un centravanti sul dischetto del rigore. Ma c´è chi ha fatto oltre, undici anni fa. La polizia scozzese nel 2006 rese infatti noto che Artur Boruc, portiere polacco del Celtic Glasgow, stava per essere perseguito per aver fatto il segno della croce durante il derby con i Rangers, provocando così i tifosi avversari che sono di differente religione. E così fu. Da quel giorno, per i tifosi del Celtic è stato The Holie Golie, il Portiere Santo. Il giorno dopo il match, la polizia - spiegò un portavoce- aveva ricevuto un gran numero di proteste riguardanti il polacco e dopo alcune settimane d´indagine sul suo gesto, decise di trasmettere il dossier alla procura di Glasgow. Ammonimento giudiziario per aver provocato la folla con il segno della croce, questa la sentenza dopo sei mesi di indagini. Sentenza che venne registrata nel casellario giudiziario dov´è tutt´ora. Il Crown Office stabilì che il gesto aveva provocato allarme ed eccitazione tra la folla e questo ha costituito turbativa della pace. La Chiesa rispose con un comunicato: allarmante condannare qualcuno per un segno della croce, un gesto internazionalmente accettato come atto di devozione religiosa. La vicenda pare sia finita nel nulla. Dopo un amen, chiaro.
Come disse Boruc poco tempo fa: " Non devo mica vergognarmi per la mia fede, no?"
ARMANDO NAPOLETANO
Fonte: UNVS La Spezia - La Spezia www.unvsliguria.it