la lotta al doping spiegata ai ragazzi
28-05-2015 22:53 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
Grazie alla Consulta dello Sport di Sarzana questa mattina gli alunni delle scuole si sono confrontati con Federico Leporati e Sandro Donati: "Schwazer tornerà ad ottenere risultati importanti".
"Per vincere basta migliorarsi, non arrivare primi. Soltanto le menti alienate pensano che esistano vincenti e perdenti". Questa mattina davanti ai ragazzi delle scuole medie di Sarzana Alessandro Donati, figura storica della lotta al doping che conduce da più di trent'anni, ha sintetizzato così la propria idea di Sport e competitività legandola al suo ruolo di tecnico azzurro nell'atletica con Stefano Mei e compagni ma anche alla sfida intrapresa nelle ultime settimane accettando di allenare Alex Schwazer, il marciatore altoatesino sospeso per l'uso di sostanze vietate dopo un controllo effettuato alla vigilia dei Giochi Olimpici di Londra.
Donati, che ha presentato anche il suo libro "Lo Sport del doping" nel quale ha raccontato molte vicende legate alla sua carriera, è intervenuto all'interno del convegno "etica.. lo Sport nel doping" promosso presso il Multisala Moderno dalla Consulta di Alberto Teodini in collaborazione con il Comune ed aperto dai saluti del senatore Massimo Caleo e della vicesindaco Elisabetta Ravecca.
"La storia di Schwazer è lunga e complessa - ha dichiarato intervistato da Alessandro Grasso Peroni - lui ha avuto le sue colpe ma è stato anche colpito e abbandonato da tutti dopo premesse che erano note anche a Coni e Federazione. Ho accettato la sua richiesta di fargli da garante e di allenarlo perché non posso più accettare che l'atleta sia sempre l'unico colpevole in fatti che riguardano il doping. Lui ha trovato la forza di provare a riprendere accettando di collaborare con la Magistratura e di sottoporsi ad un monitoraggio severissimo che lo porterà ad essere l'unico sul quale si potrà mettere la mano sul fuoco dopo il ritorno da una squalifica per doping. Questo per il sistema sarà un problema, soprattutto se otterrà dei risultati come immagino dato che sta riacquistando fiducia. Ci sono molte insidie ma anche un grande sostegno espresso dal presidente del Coni e da Libera che ci ha fatto pervenire la sua vicinanza con Don Ciotti".
Donati, che ha lodato anche il codice etico adottato dalla Sarzanese Tarros rappresentata dal presidente Gianfranco Pietrobono, si è soffermato anche su altri episodi legati alla sua battaglia "intrapresa - ha detto l'attuale consulente della Wada - quando diventai responsabile della squadra azzurra di mezzofondo e mi chiesero di selezionare atleti da 'trattare' per migliorarne le prestazioni. Tornai da loro in ritiro, fra questi c'era anche Stefano Mei, e gli spiegai che avrei proseguito solo se mi avessero garantito la massima trasparenza, erano tutti ragazzi giovani e molto promettenti ma mi risposero "andiamo avanti senza doping, siamo con te". Poco dopo vennero fuori altri atleti fortissimi perché 'trattati', che tolsero anche il posto a Mei nella squadra olimpica, per lui come per altri andammo invece avanti con allenamenti che diedero comunque frutti importanti. Attualmente - ha concluso - la situazione del doping è in chiaroscuro, c'è una forte presa di responsabilità anche nelle scuole con eventi di questo tipo, un impegno che ridurrà sicuramente il fenomeno, restano luci ed ombre ma lo Sport viene visto in modo diverso con un maggiore rispetto nei confronti dei ragazzi".
Dopo la proiezione del cortometraggio "Non vale mai la pena" che ha contestualizzato i problemi di doping ed anoressia fra i giovani, ha portato la propria esperienza in materia di Sport pulito anche lo spezzino Federico Leporati, ex atleta e tecnico di Mei e da sempre in prima linea contro il doping. "Grazie ad un compagno - ha raccontato davanti alla platea di ragazzi - ero entrato in contatto con Donati, capendo da subito l'importanza di un allenamento serio e completo. Con lui ho fatto il possibile per contrastare il fenomeno studiando un sistema di allenamento che potesse dare risultati importanti senza l'utilizzo di sostanze vietate. Quando ero in attività ero sempre fra i primi poi improvvisamente due compagni che avevano fatto alcuni test a Ferrara iniziarono ad andare più forte, ogni volta che si avvicinava una manifestazione. Questa è una lotta che dura da 40 anni anche se la situazione non è cambiata molto perché con l'aumento dei controlli è diventato più sofisticato il sistema di assunzione del doping. Nel nostro ambiente molti si sono arricchiti con l'immagine distorta data da vittorie ottenute in questo modo, mentre io ho sempre cercato di commisurare l'impegno dei miei atleti con il loro talento. Con Mei ho fatto cose improponibili con altri, i principi di trasparenza e lealtà sono sempre stati gli stessi, variavano i ritmi. L'educatore deve saper promuovere il meglio da ogni allievo, il ruolo della scuola è molto importante per canalizzare e valorizzare la vivacità dei ragazzi, lo Sport è sempre un mezzo preziosi per farli crescere".
CAMPIONI SENZA VALORE - Libro di Sandro Donati
http://www.unvsliguria.it/file/campionisenzavalore.pdf
Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it
"Per vincere basta migliorarsi, non arrivare primi. Soltanto le menti alienate pensano che esistano vincenti e perdenti". Questa mattina davanti ai ragazzi delle scuole medie di Sarzana Alessandro Donati, figura storica della lotta al doping che conduce da più di trent'anni, ha sintetizzato così la propria idea di Sport e competitività legandola al suo ruolo di tecnico azzurro nell'atletica con Stefano Mei e compagni ma anche alla sfida intrapresa nelle ultime settimane accettando di allenare Alex Schwazer, il marciatore altoatesino sospeso per l'uso di sostanze vietate dopo un controllo effettuato alla vigilia dei Giochi Olimpici di Londra.
Donati, che ha presentato anche il suo libro "Lo Sport del doping" nel quale ha raccontato molte vicende legate alla sua carriera, è intervenuto all'interno del convegno "etica.. lo Sport nel doping" promosso presso il Multisala Moderno dalla Consulta di Alberto Teodini in collaborazione con il Comune ed aperto dai saluti del senatore Massimo Caleo e della vicesindaco Elisabetta Ravecca.
"La storia di Schwazer è lunga e complessa - ha dichiarato intervistato da Alessandro Grasso Peroni - lui ha avuto le sue colpe ma è stato anche colpito e abbandonato da tutti dopo premesse che erano note anche a Coni e Federazione. Ho accettato la sua richiesta di fargli da garante e di allenarlo perché non posso più accettare che l'atleta sia sempre l'unico colpevole in fatti che riguardano il doping. Lui ha trovato la forza di provare a riprendere accettando di collaborare con la Magistratura e di sottoporsi ad un monitoraggio severissimo che lo porterà ad essere l'unico sul quale si potrà mettere la mano sul fuoco dopo il ritorno da una squalifica per doping. Questo per il sistema sarà un problema, soprattutto se otterrà dei risultati come immagino dato che sta riacquistando fiducia. Ci sono molte insidie ma anche un grande sostegno espresso dal presidente del Coni e da Libera che ci ha fatto pervenire la sua vicinanza con Don Ciotti".
Donati, che ha lodato anche il codice etico adottato dalla Sarzanese Tarros rappresentata dal presidente Gianfranco Pietrobono, si è soffermato anche su altri episodi legati alla sua battaglia "intrapresa - ha detto l'attuale consulente della Wada - quando diventai responsabile della squadra azzurra di mezzofondo e mi chiesero di selezionare atleti da 'trattare' per migliorarne le prestazioni. Tornai da loro in ritiro, fra questi c'era anche Stefano Mei, e gli spiegai che avrei proseguito solo se mi avessero garantito la massima trasparenza, erano tutti ragazzi giovani e molto promettenti ma mi risposero "andiamo avanti senza doping, siamo con te". Poco dopo vennero fuori altri atleti fortissimi perché 'trattati', che tolsero anche il posto a Mei nella squadra olimpica, per lui come per altri andammo invece avanti con allenamenti che diedero comunque frutti importanti. Attualmente - ha concluso - la situazione del doping è in chiaroscuro, c'è una forte presa di responsabilità anche nelle scuole con eventi di questo tipo, un impegno che ridurrà sicuramente il fenomeno, restano luci ed ombre ma lo Sport viene visto in modo diverso con un maggiore rispetto nei confronti dei ragazzi".
Dopo la proiezione del cortometraggio "Non vale mai la pena" che ha contestualizzato i problemi di doping ed anoressia fra i giovani, ha portato la propria esperienza in materia di Sport pulito anche lo spezzino Federico Leporati, ex atleta e tecnico di Mei e da sempre in prima linea contro il doping. "Grazie ad un compagno - ha raccontato davanti alla platea di ragazzi - ero entrato in contatto con Donati, capendo da subito l'importanza di un allenamento serio e completo. Con lui ho fatto il possibile per contrastare il fenomeno studiando un sistema di allenamento che potesse dare risultati importanti senza l'utilizzo di sostanze vietate. Quando ero in attività ero sempre fra i primi poi improvvisamente due compagni che avevano fatto alcuni test a Ferrara iniziarono ad andare più forte, ogni volta che si avvicinava una manifestazione. Questa è una lotta che dura da 40 anni anche se la situazione non è cambiata molto perché con l'aumento dei controlli è diventato più sofisticato il sistema di assunzione del doping. Nel nostro ambiente molti si sono arricchiti con l'immagine distorta data da vittorie ottenute in questo modo, mentre io ho sempre cercato di commisurare l'impegno dei miei atleti con il loro talento. Con Mei ho fatto cose improponibili con altri, i principi di trasparenza e lealtà sono sempre stati gli stessi, variavano i ritmi. L'educatore deve saper promuovere il meglio da ogni allievo, il ruolo della scuola è molto importante per canalizzare e valorizzare la vivacità dei ragazzi, lo Sport è sempre un mezzo preziosi per farli crescere".
CAMPIONI SENZA VALORE - Libro di Sandro Donati
http://www.unvsliguria.it/file/campionisenzavalore.pdf
Fonte: UNVS La Spezia www.unvsliguria.it