Storie olimpiche: il capolavoro di Pietro Mennea
03-08-2016 12:02 - Archivio news dalle Sezioni 2009-2021
Quel 28 Luglio 1980 era stata una giornata calda e faticosa nella caserma di artiglieria "Matter" a Mestre, le ore erano trascorse tra una guardia, un servizio cucina, la branda in camerata , la lettura dei quotidiani e la musica del juke-box, che alternava i tormentoni estivi, da "Video killed the radio stars" dei Buggles a "Luna" di Togni, dall´ "Amico" di Renato Zero a "Firenze" di Ivan Graziani, anche se il sottoscritto utilizzava le cento lire per ascoltare le sonorità di Anotherbrick in the wall...
Quella sera in tanti cenammo in caserma, perché poco dopo le venti c´era in TV il momento atteso una giornata: la finale dei 200 metri di atletica alle Olimpiadi di Mosca, con il nostro Pietro Mennea favorito . Erano le Olimpiadi in cui non parteciparono i grandi velocisti statunitensi per il boicottaggio antisovietico dopo l´invasione dell´Afghanistan e quindi due europei (lo scozzese Wells, vincitore pochi giorni prima nei 100 ed il nostro Pietruzzo) ambivano al podio, insieme al giamaicano Don Quarrie, vincitore quattro anni prima a Montreal , atleta in declino ma sempre di grande esperienza e da temere.
Quei venti secondi e diciannove centesimi resteranno impressi in maniera indelebile nella nostra memoria, dai momenti che precedettero la gara fino al trionfo del barlettano. Ricordo la stanza TV della quinta batteria stracolma in ogni ordine di posti, che dopo la curva in cui Mennea si presentò parecchio indietro (era sesto..) , lo spinse letteralmente insieme alla voce del cronista Rai , il grande Paolo Rosi, verso il trionfo....
"Recupera, recupera, recupera..." ripetuto cinque volte da Rosi, a precedere quel "Campioni del mondo" che due anni dopo, grazie alla voce di Nando Martellini, certificò il nostro trionfo in terra spagnola della nazionale di calcio... e poi un sobrio ma pieno d´orgoglio e felicità "Ha vinto!", con cui Rosi fece letteralmente saltare in piedi, ad abbracciarci e a condividere una storica vittoria, tanti ragazzi di tante regioni che in quel momento gioivano per una vittoria storica ma vissuta, dopo aver sentito raccontare per tanto tempo dai nostri padri del volo magico di Livio Berruti a Roma 1960, con le colombe a celebrare la corsa del velocista torinese in quella giornata romana.
Mennea aveva vinto, certificando quel primato del mondo ottenuto l´anno prima in altura , a Città del Messico, quel 19" e 72 che rimase un marchio di fabbrica e resistette fino ad Atlanta ´96, quando Michael Johnson corse in 19" e 66 e che comunque è ancora primato europeo, pensate, a distanza di trentasei anni.
E l´emozione di un giovane cronista di Radio Reporter raggiunse l´apice quando, nel febbraio 1983, la "Freccia del Sud" corse al Palasport di Genova ottenendo il mondiale indoor con 20" 74, di fronte alle scalee dell´impianto della Foce letteralmente gremite ed impazzite di gioia. Ebbene quella sera , con le gradinate vuote e le luci soffuse del Palazzetto, la mia tenacia di cronista venne premiata ed ebbi la fortuna e l´onore di conoscere quello che per me rimane l´atleta che mi ha regalato le più grandi emozioni sportive. E quando gli raccontai di quella sera nella caserma di Mestre, il suo sguardo sempre molto triste ed enigmatico si liberò in un sorriso che non potrò dimenticare. Ed anche l´intervista da portare e mandare in onda il giorno dopo da quel palazzo di Via San Luca (sede della radio) passò in secondo piano....
Marco Ferrera
Fonte: UNVS Genova- Genova www.unvsliguria.it
Quella sera in tanti cenammo in caserma, perché poco dopo le venti c´era in TV il momento atteso una giornata: la finale dei 200 metri di atletica alle Olimpiadi di Mosca, con il nostro Pietro Mennea favorito . Erano le Olimpiadi in cui non parteciparono i grandi velocisti statunitensi per il boicottaggio antisovietico dopo l´invasione dell´Afghanistan e quindi due europei (lo scozzese Wells, vincitore pochi giorni prima nei 100 ed il nostro Pietruzzo) ambivano al podio, insieme al giamaicano Don Quarrie, vincitore quattro anni prima a Montreal , atleta in declino ma sempre di grande esperienza e da temere.
Quei venti secondi e diciannove centesimi resteranno impressi in maniera indelebile nella nostra memoria, dai momenti che precedettero la gara fino al trionfo del barlettano. Ricordo la stanza TV della quinta batteria stracolma in ogni ordine di posti, che dopo la curva in cui Mennea si presentò parecchio indietro (era sesto..) , lo spinse letteralmente insieme alla voce del cronista Rai , il grande Paolo Rosi, verso il trionfo....
"Recupera, recupera, recupera..." ripetuto cinque volte da Rosi, a precedere quel "Campioni del mondo" che due anni dopo, grazie alla voce di Nando Martellini, certificò il nostro trionfo in terra spagnola della nazionale di calcio... e poi un sobrio ma pieno d´orgoglio e felicità "Ha vinto!", con cui Rosi fece letteralmente saltare in piedi, ad abbracciarci e a condividere una storica vittoria, tanti ragazzi di tante regioni che in quel momento gioivano per una vittoria storica ma vissuta, dopo aver sentito raccontare per tanto tempo dai nostri padri del volo magico di Livio Berruti a Roma 1960, con le colombe a celebrare la corsa del velocista torinese in quella giornata romana.
Mennea aveva vinto, certificando quel primato del mondo ottenuto l´anno prima in altura , a Città del Messico, quel 19" e 72 che rimase un marchio di fabbrica e resistette fino ad Atlanta ´96, quando Michael Johnson corse in 19" e 66 e che comunque è ancora primato europeo, pensate, a distanza di trentasei anni.
E l´emozione di un giovane cronista di Radio Reporter raggiunse l´apice quando, nel febbraio 1983, la "Freccia del Sud" corse al Palasport di Genova ottenendo il mondiale indoor con 20" 74, di fronte alle scalee dell´impianto della Foce letteralmente gremite ed impazzite di gioia. Ebbene quella sera , con le gradinate vuote e le luci soffuse del Palazzetto, la mia tenacia di cronista venne premiata ed ebbi la fortuna e l´onore di conoscere quello che per me rimane l´atleta che mi ha regalato le più grandi emozioni sportive. E quando gli raccontai di quella sera nella caserma di Mestre, il suo sguardo sempre molto triste ed enigmatico si liberò in un sorriso che non potrò dimenticare. Ed anche l´intervista da portare e mandare in onda il giorno dopo da quel palazzo di Via San Luca (sede della radio) passò in secondo piano....
Marco Ferrera
Fonte: UNVS Genova- Genova www.unvsliguria.it