CAPITANI -- di GIANFELICE FACCHETTI
02-04-2024 15:41 - Nord Italia
Le storie dei Capitani così ricche di emozioni vanno tenute in vita e reggerne il confronto, anche quando non si ha molto
Il racconto appassionato di Gianfelice Facchetti sui condottieri
L’ANTICIPAZIONE
Molto atteso il libro scritto da Gianfelice Facchetti, Capitani – Miti, esempi, bandiere – edito da Piemme, che uscirà il 2 Aprile 2024 (18,90 euro): abbiamo avuto il piacere di leggerlo e di pubblicare oggi un’anticipazione.
Il racconto di Facchetti è appassionato, i suoi capitani li ha studiati, incontrati, sono ricchi dentro e fuori, Picchi, Baresi, Scirea e tanti altri senza dimenticare papà Giacinto. Un libro che ci tiene compagnia.
Nei giorni in cui il mio viaggio sulle orme dei capitani del calcio si approssimava alla fine, ho trovato un video interessante girato da un gruppo di attivisti che ripulisce fiumi e mari dalla plastica. Sul Delta del Po, hanno recuperato un vecchio pallone datato 1966, l’anno dei Mondiali d’Inghilterra. Oltre allo stemma tricolore sui diversi pentagoni c’erano stampate le facce di quelli della nazionale. La maggior parte di loro, nei rispettivi club, ha portato i gradi di capitano sul braccio sinistro. Bulgarelli, Facchetti, Mazzola, Picchi, Rivera, Iuliano, Salvadore.
Grazie ad Andrea un Vigile del Fuoco che per combinazione ne aveva trovato uno simile nello stesso fiume e ancora lo conservava, sono riuscito a metterne uno nella mia bacheca dei ricordi.
Il viaggio di quella sfera di gomma rinsecchita, su cui ancora si conservano i volti di vecchie figurine, ci dice che le storie dei capitani vanno e vengono, per terra, per aria e per acqua. A volte le riporta indietro la risacca o qualche corrente della memoria, altre volte bisogna andarle a cercare, scavare, dissotterrare, riportando in superficie materia inerte solo all’apparenza.
A quel punto non resta che ascoltare ciò che i racconti di altre epoche hanno da dirci, stando bene in guardia dai pericoli che insidiano la memoria. Il primo si chiama oblio: in uno sport che vive sull’istante, non è infrequente assistere alla rimozione, voluta dal club, di figure che appartengano al passato. Se spariscono le foto dai muri delle sedi, dai ritiri abituali, dalle immagini utilizzate per celebrare il presente, i tifosi più giovani finiscono per credere ad un racconto storico contratto in una sorta di bigino che si ferma all’altro ieri.
E’ una strategia molto diffusa nei club di calcio odierni: si alleggerisce il passato, lo si scarnifica, lo si imbelletta per le grandi occasioni e a quel punto lo si è esorcizzato, non fa più paura nella sua imponenza.
Così è più semplice sedersi accanto ai grandi di ieri e reggerne il confronto, anche quando non si ha molto da offrire in termini di passione e attaccamento.
Il 4 Febbraio 2024 è morto Giacomo Losi, uno dei capitani più longevi della storia della Roma, battuto per numero di presenze solo da Francesco Totti e Daniele De Rossi. Al suo funerale non ha presenziato nessun dirigente e nessun calciatore della rosa giallorossa, nonostante che fosse anche il giorno libero della squadra.
“Appena arrivato a Roma, mi sono innamorato!” disse un giorno Losi; arrivato dal Nord, sposò la capitale e la maglia giallorossa. Sono bastati una corona di fiori e un drappo per rinnegarlo.
Il secondo pericolo invece, nasce dagli ostacoli che a volte si incontrano quando si vuole celebrare liberamente qualcuno: cavilli che si trasformano in montagne.
Curioso, in questo senso, il caso recente di Gianni Rivera che ha fatto causa al Milan e al Museo di San Siro, colpevoli di esporre maglie e cimeli che celebrano il famoso 10 rossonero. “Nessuno può usare la tua immagine senza chiedertelo! Ce l’ho con tutti quelli che guadagnano su noi calciatori di ieri pensando di poter fare sempre quello che vogliono, per tutti i grandi campioni del passato usati a piacimento dal marketing di ieri e di oggi”
Una questione destinata forse ad essere discussa dinanzi alla Corte dei Diritti dell’Uomo: sembra un po' troppo, se il rischio che si corre è quello di finire nel dimenticatoio. Di fatto, un autogol.
Ecco che le storie dei capitani vanno e vengono sotto un cielo confuso, quando invece dovrebbero essere libere di circolare, come le idee, come maglie a disposizione di chi verrà, sulla spalliera di uno spogliatoio.
Sono raccolte in un album, e ognuno ne ha uno proprio, da sfogliare come meglio si crede: dalla A di Albertosi alla B di Bergomi e Buffon, passando alla C di Cera, capitano del Cagliari campione d’Italia del 1970, e fino alla V di Vialli e alla Z di Dino Zoff.
Alfabeto di Leader
La A di Albertosi, la B di Bergomi e Baresi, la C di Cera, fino alla V di Vialli e la Z di Zoff.
Alleggerire il passato.
E’ una strategia molto diffusa nei club di calcio odierni: si alleggerisce il passato, lo si scarnifica
GIANFELICE FACCHETTI ( https://it.wikipedia.org/wiki/Gianfelice_Facchetti) eclettico personaggio di vasta Cultura e di Sport, è, da anni, Socio Benemerito dell’UNVS, su delibera del CDN dell’UNIONE, risulta altresì iscritto alla Sezione UNVS “O. Lorenzelli – F. Zolezzi” della Spezia.
In qualità di scrittore ha presentato opere di spicco, a tema sportivo, premiate o evidenziate, nel corso degli anni, durante il prestigioso premio “Bancarella Sport” che si tiene a Pontremoli.
CAPITANI - RISULTA L’ULTIMO LIBRO SCRITTO DA GIANFELICE FACCHETTI (MITI – ESEMPI – BANDIERE)
EDIZIONI PIEMME
Vedere ai Links
https://www.unvs.it/GIANFELICE-FACCHETTI-E-SOCIO-UNVS.htm
https://www.unvs.it/gianfelice-facchetti-c-era-una-volta-a-san-siro.htm
https://www.unvs.it/Gianfelice-Facchetti-gradito-ospite-del-Consiglio-Direttivo-Nazionale-dell-UNVS.htm
https://www.unvs.it/Gianfelice-Facchetti-un-Protagonista-dello-Sport.htm
https://www.unvs.it/questo-sabato-gianfelice-facchetti-al-premio-bancarella-sport.htm
https://www.youtube.com/watch?v=OowGsDUZbuM
https://www.unvs.it/Che-emozione-a-Pontremoli-per-la-piece-sullo-scudetto-dei-Vigili-del-Fuoco-del-44.htm
https://www.youtube.com/watch?v=YYldXuCojSY
PIERO LORENZELLI
(Presidente UNVS La Spezia)
Fonte: UNVS LA Spezia