Ricordo di Francesco Di Donna ... Maestro di di vita e di sport...
29-07-2022 11:38 - Commiati
Premuroso padre di famiglia, ferroviere di professione ed amante dello sport ed in particolare del calcio che lo occupava pressoché a tempo pieno nei suoi momenti liberi.
Questi era Francesco Di Donna, deceduto il 27 luglio scorso, una autentica colonna della Polisportiva Palazzaccio, amato e rispettato dallo staff dirigenziale che nel tempo si è avvicendato alla guida della struttura sportiva di via Montenero, ma soprattutto dai suoi ragazzi che nel corso degli anni hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo per la dedizione, l'affetto, la competenza ed il carisma che riusciva a trasmettere loro.
Definirlo solo un "maestro di calcio" è senz'altro un po' riduttivo perché Francesco era senza dubbio qualcosa di più: certamente era molto attento ad insegnare ai suoi allievi come si calcia un pallone o come si effettua un dribbling, ma quello che più lo distingueva era il pretendere da loro l'educazione verso i compagni e gli avversari e l'immancabile spirito di squadra.
Importante è stato anche il rapporto con i genitori non sempre facile in un mondo, come quello attuale, dove tutti vogliono emergere anche tramite i propri figli che praticano attività sportiva giovanile.
Insomma un galantuomo dello sport che ora alla Polisportiva lo piangono e lo ricordano come una figura altamente rassicurante, e forse il più presente, per tutti i ragazzi usciti dalla cittadella sportiva di via Montenero cui aveva dedicato tante ore alla loro crescita non solo sportiva.
Non si sbaglia certamente nel poter definire Francesco Di Donna una "gran bella persona" a trecentosessanta gradi.
Questi era Francesco Di Donna, deceduto il 27 luglio scorso, una autentica colonna della Polisportiva Palazzaccio, amato e rispettato dallo staff dirigenziale che nel tempo si è avvicendato alla guida della struttura sportiva di via Montenero, ma soprattutto dai suoi ragazzi che nel corso degli anni hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo per la dedizione, l'affetto, la competenza ed il carisma che riusciva a trasmettere loro.
Definirlo solo un "maestro di calcio" è senz'altro un po' riduttivo perché Francesco era senza dubbio qualcosa di più: certamente era molto attento ad insegnare ai suoi allievi come si calcia un pallone o come si effettua un dribbling, ma quello che più lo distingueva era il pretendere da loro l'educazione verso i compagni e gli avversari e l'immancabile spirito di squadra.
Importante è stato anche il rapporto con i genitori non sempre facile in un mondo, come quello attuale, dove tutti vogliono emergere anche tramite i propri figli che praticano attività sportiva giovanile.
Insomma un galantuomo dello sport che ora alla Polisportiva lo piangono e lo ricordano come una figura altamente rassicurante, e forse il più presente, per tutti i ragazzi usciti dalla cittadella sportiva di via Montenero cui aveva dedicato tante ore alla loro crescita non solo sportiva.
Non si sbaglia certamente nel poter definire Francesco Di Donna una "gran bella persona" a trecentosessanta gradi.
Ci mancherà!!!