Vittoria Carnevale Pellino ed i suoi sogni nel cassetto: vivere in salute, sportivi dentro e nel'anima.
01-12-2021 08:10 - Personaggi
E' una delle più giovani dirigenti di Sezione della nostra UNVS
Pavia
La imprescindibile necessità di abbassare la media età delle Sezioni UNVS in tutta Italia spalanca di fronte alle Sezioni opportunità di interessanti inserimenti all'interno dei propri Consigli direttivi, guardando agli atleti praticanti più giovani (anche perché lo Statuto ora pone a 18 anni la soglia minima per essere soci) e a quelli che per particolare inclinazione aspirano ad un ruolo di primo piano nella nostra Unione.
E' il caso di Vittoria Carnevale Pellino, che è diventata Vicepresidente dela Sezione di Pavia. Al fianco del Presidente della “Gino Grevi” Enzo Zanellini, Vittoria verifica in questi primi mesi le sue capacità anche fuori dai campi di gara.
“Ho fatto l'atleta nell'ambito della pesistica per una decina d'anni – spiega la ragazza che ha 25 anni – e poi ho voluto iniziare il percorso federale per diventare tecnico. Passando attraverso i vari step previsti dalla Federazione per approdare ai brevetti. L'obiettivo era quello di diventare istruttore nazionale. Dal 2019 il panorama è un po' cambiato perché proprio la Federazione ha indetto un corso per diventare allenatore di pesistica olimpica e paralimpica. Il primo bando su invito. Ho quindi svolto questo percorso diventando maestra di pesistica. Parallelamente, in ambito dell'Università di scienze motorie, a Tor Vergata a Roma, ho conseguito un dottorato di ricerca in Tecnologie per la medicina delo Sport e riabilitazione nel dipartimento di ingenieria Industriale”.
In ambito agonistico il percorso di Vittoria è stato costellato di belle soddisfazioni:
“Ho cominciato a praticare la sala pesi a 11 anni. Per poi fare sul serio ed ambire a posizioni di rilievo due anni dopo. Da piccolina ho sempre fatto sport. Nuoto, minivolley, minibasket, calcio fin dai tempi dell'asilo, delle scuole elementari. Volevo provare tutto. In famiglia si respirava aria di sport per le vicende legate alla carriera di portiere di mio padre Antonio che poi è sempre restato legato alle vicende delle squadre di Pavia. Facendo anche l'arbitro ed il consigliere. Iniziai a fare pesi per caso, incuriosita da una dimostrazione che alcuni pesisti vennero a fare a scuola per promuovere la disciplina. Mi fecero capire i primi movimenti, ma francamente non fu subito passione. Ma fu una “garetta” organizzata proprio dalla scuola e la possibilità, se avessi vinto, di partecipare ad una gara nazionale a Gardaland a far scattere la molla. Ad essere sinceri io volevo andare al Parco di divertimenti e della gara non mi importava granché. Vinsi e conquistai la finale. I dirigenti della mia società cominciarono a farmi capire che se avessi voluto fare sul serio mi sarei dovuta applicare con serietà, avvicinarmi a tutti i segreti di questo sport singolare. Soprattutto per le donne. In palestra, nella Ginnastica Pavese, la mia prima società, ho conosciuto molti altri giovani praticanti, ragazzi e ragazze con i quali mi sono subito trovata bene. Debbo sottolineare come ad affascinarmi di più è stata la prospettiva di trovarmi da sola, io contro l'attrezzo. Capivo che tutto dipendeva dalle mie capacità, dal mio impegno, dalla forza di volontà che mettevo in ogni esercizio, in ogni movimento. Sollevare dei pesi non è uno scherzo...
Man mano che sono cresciuta fisicamente e tecnicamente mi sono progressivamente inserita nell'ambito dei collegiali nazionali. Pur gareggiando sempre per la mia società, furono i tecnici della Nazionale a plasmarmi, a trarre da me il meglio. Solo verso la parte finale della mia carriera di atleta mi sono spostata in un'altra società, la Castellanza Pesi.
Il mio percorso di atleta di buon livello è corso parallelo con la mia grande voglia di approdare ad una Olimpiade. Io volevo a tutti i costi un posto in Nazionale per andare a Tokio nel 2020. Ho seguito con tenacia tutta la trafila per le selezioni, fin dal 2018 e nel 2019. Ma non mi è riuscito di entrare nel ristretto novero delle atlete olimpiche. Per cui ho deciso di concentrarmi più che sulla pratica sullo studio. Ad essere selezionata per le Olimpiadi nipponiche sono andata davvero molto vicino. La formula delle qualifiche, basata su diverse gare, è stata un po' particolare. O riuscivi subito ad entrare nel ristretto numero di P.O. Partecipando alle gare internazionali, agli Europei, ai Mondiali, oppure dovevi rassegnarti (come nel mio caso) soltanto ad inseguire un sogno rimasto tale”.
La presenza di Vittoria Carnevale Pellino nell'ambito UNVS è quanto mai singolare. “Certamente propiziata – spiega Vittoria – dalla tenacia del Presidente Ilario Lazzari (poi divenuto Consigliere Nazionale) che mi ha sempre esortato inizialmente ad iscrivermi e poi ad inseguire un posto in Consiglio direttivo. Certo le insistenze ad iscrivermi potevano fermarsi se non mi avesse convinta ad iscrivermi una spinta interiore. La convinzione di poter dare qualcosa a questo ambiente così interessante. Secondo me, indipendentemente dal livello che uno raggiunge facendo sport, sono i valori fondanti della pratica sportiva ad attrarre. Sia sotto il profilo educativo che morale e sociale. Fare movimento, fare attività fisica, applicarsi in uno sport per rimanere in salute e migliorare il proprio stile di vita a mio avviso resta un fatto importantissimo. Dietro all'UNVS c'è proprio questo spirito, questa voglia di invecchiare bene. Ma soprattutto la possibilità di svolgere un ruolo attivo nello spingere bambini, ragazzi, adulti verso la pratica. Dico sempre che ad ogni età non bisogna mai smettere di fare attività fisica. Non occorre ambire ai primati, puntare alla pratica in ambito agonistico serrato. Avere confidenza con lo sport praticato e con tutto ciò che attorno allo sport ruota, aiuta a mantenersi sani nel corpo e nella mente”.