Un altro successo per una rassegna che riscuote sempre grande attenzione
09-03-2023 09:48 - Campania
La mostra “Campioni della Memoria” organizzata dalla Sezione di Salerno
Per non dimenticare In occasione della Giornata della Memoria sono state diverse le iniziative per meglio ricordare e sottolineare i terribili anni della follia nazista. In quel periodo anche lo sport subì le nefandezze perpetrate dal regime hitleriano attraverso ogni genere di aberrazioni. Anche atleti di diverse nazionalità furono uccisi o deportati nei campi di concentramento. Su queste vicende è stata organizzata la mostra: “Campioni nella Memoria” che lo scorso febbraio è stata inaugurata presso il Liceo Scientifico/Sportivo “Francesco Severi” di Salerno che da sempre, grazie alla sensibilità della dirigente scolastica Barbara Figliolia, è sede di mostre sportive.
L’organizzazione dell’evento è stata orchestrata a due mani sia con la Sezione salernitana presieduta da Oreste Pastore con la collaborazione del vicepresidente Dalmazio Sapere che dalla Sezione di Salerno dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, presieduta da Renato Del Mastro. Hanno presenziato la curatrice della mostra, Barbara Trevisan e lo storico dello sport Paolo Allegretti.
Essi hanno descritto l’esposizione attraverso il certosino lavoro di ricerca dei documenti e delle testimonianze che hanno raccolto e che ripercorrono la storia dei tantissimi atleti la cui vita venne stravolta da fascismo e nazismo.
Moltissimi furono gli atleti professionisti deportati nei campi di sterminio del Terzo Reich. Campioni negli sport individuali e di squadra, che avevano portato alla vittoria club cittadini e rappresentative nazionali, divennero vittime non solo della follia nazista ma anche della collaborazione fornita da quelle stesse nazioni alle quali avevano dato lustro. Giovani promesse e stelle affermate, ex campioni di tutte le età e allenatori: generazioni intere di uomini e donne che avevano dedicato la propria vita allo sport furono annientate dalla Shoah.
Per questi atleti la tragedia personale, che condividevano con gli altri internati, subì frequentemente l'ulteriore oltraggio dell'essere costretti a gareggiare nei lager per il diletto dei nazisti. Un destino che colpì in particolare i pugili, obbligati a combattere in terribili incontri sui quali le SS scommettevano. Tra questi ricordiamo il pugile ebreo italiano Leone Efrati e il sinti tedesco Johann Trollmann.
La mostra (che rappresenta un classico per l'UNVS che l'ha più volte proposta in tutta Italia) ha rappresentato un lungo racconto per immagini, ognuna delle quali contiene la foto dell'atleta, la sua biografia con i motivi della deportazione (razziali, politici, religiosi). Di indubbio interesse, al punto da venir visitata circa 3000 persone fra studenti, docenti e cittadini.
L’organizzazione dell’evento è stata orchestrata a due mani sia con la Sezione salernitana presieduta da Oreste Pastore con la collaborazione del vicepresidente Dalmazio Sapere che dalla Sezione di Salerno dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, presieduta da Renato Del Mastro. Hanno presenziato la curatrice della mostra, Barbara Trevisan e lo storico dello sport Paolo Allegretti.
Essi hanno descritto l’esposizione attraverso il certosino lavoro di ricerca dei documenti e delle testimonianze che hanno raccolto e che ripercorrono la storia dei tantissimi atleti la cui vita venne stravolta da fascismo e nazismo.
Moltissimi furono gli atleti professionisti deportati nei campi di sterminio del Terzo Reich. Campioni negli sport individuali e di squadra, che avevano portato alla vittoria club cittadini e rappresentative nazionali, divennero vittime non solo della follia nazista ma anche della collaborazione fornita da quelle stesse nazioni alle quali avevano dato lustro. Giovani promesse e stelle affermate, ex campioni di tutte le età e allenatori: generazioni intere di uomini e donne che avevano dedicato la propria vita allo sport furono annientate dalla Shoah.
Per questi atleti la tragedia personale, che condividevano con gli altri internati, subì frequentemente l'ulteriore oltraggio dell'essere costretti a gareggiare nei lager per il diletto dei nazisti. Un destino che colpì in particolare i pugili, obbligati a combattere in terribili incontri sui quali le SS scommettevano. Tra questi ricordiamo il pugile ebreo italiano Leone Efrati e il sinti tedesco Johann Trollmann.
La mostra (che rappresenta un classico per l'UNVS che l'ha più volte proposta in tutta Italia) ha rappresentato un lungo racconto per immagini, ognuna delle quali contiene la foto dell'atleta, la sua biografia con i motivi della deportazione (razziali, politici, religiosi). Di indubbio interesse, al punto da venir visitata circa 3000 persone fra studenti, docenti e cittadini.